Il battesimo — convalidato da chi?
Lo storico Johnson ha osservato che in epoca post apostolica accadde che, in armonia con la Bibbia, “i sacramenti… persero il loro significato se somministrati al di fuori della chiesa”. Sacramento fondamentale era il battesimo.
Inizialmente, tra gli Studenti Biblici dei giorni di Russell, non sorse alcun problema riguardo a chi era stato battezzato mentre era affiliato ad una delle diverse denominazioni cristiane. Unica esigenza richiesta era di valutare se costui aveva capito il significato del battesimo e se quest’ultimo era avvenuto mediante immersione.1 Quest’attitudine restò in vigore per oltre sette decenni. Non più tardi del 15/12/1955, La Torre di Guardia (p. 760) attestava che battezzarsi nuovamente era necessario solo se “il precedente battesimo non era stato fatto in simbolo della dedicazione” o se non era avvenuto per immersione.
Un anno dopo, in La Torre di Guardia del 15/12/1956 questa posizione fu ribaltata; infatti la citata rivista diceva a p. 750:
BATTEZZATI UNA SECONDA VOLTA
Spesso viene chiesto se una persona precedentemente battezzata in una cerimonia compiuta da qualche altro gruppo religioso debba essere battezzata di nuovo quando acquisti conoscenza della verità e faccia dedicazione a Geova. Qualcosa è stato già detto, ma ora abbiamo un’impellente ragione per aggiungere: Sì, dove essere battezzata di nuovo. E ovvio che in tali organizzazioni religiose il battesimo non è stato mai realmente fatto “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo”, perché se il battesimo fosse stato fatto in questo modo sarebbero stati compresi l’autorità e il potere di tali vere Autorità Superiori. E se si fosse precedentemente battezzata per simboleggiare la propria dedicazione a Geova, la persona si sarebbe separata da quelle babiloniche organizzazioni che disonorano Dio prima ancora di permetter loro che la battezzassero. Quindi l’importante non è l’atto del battesimo ma, piuttosto, l’elemento essenziale è ciò che l’atto simboleggia.
Tuttavia, questa dichiarazione fu seguita circa 6 mesi dopo da una “Domanda dai lettori” che definì i termini di invalidità di qualsiasi battesimo “al di fuori dell’organizzazione”, anche se praticato per immersione. All’epoca si disse che la data limite per un’eventuale validità di tale battesimo era l’anno 1918. Perché? Poiché “sin dal 1918… Geova Dio accompagnato dal suo Messaggero dell’Alleanza venne al tempio e rigettò la Cristianità”. Se una persona era stata immersa in simbolo di dedicazione a Dio e a Cristo prima di quella data ed aveva pure abbandonato la sua precedente denominazione e si era associato all’Organizzazione della Torre di Guardia prima del 1918, veniva concesso alla coscienza individuale la decisione sulla necessità o meno di ribattezzarsi. Per tutti gli altri fu espressa una decisa posizione:
Quindi ora quando si può chiaramente udire l’invito ad uscire da Babilonia, se qualcuno ha udito questo invito eppure continua a far parte della religione dell’antitipica Babilonia e viene immerso secondo tale religione, la sua immersione non può essere valida. La sua decisione non potrebbe esser una dedicazione a fare la volontà di Dio, perché, per citare il paragrafo 14, “la persona avrebbe dovuto separarsi da quelle babiloniche organizzazioni che disonorano Dio prima ancora di permetter loro che la battezzassero”.2
Egli deve essere ribattezzato. La questione era definitivamente decisa perché le parole del “paragrafo 14” di La Torre di Guardia così stabilivano. La prova biblica non era evidentemente richiesta. Nel periodo post apostolico, il battesimo “perse il suo significato se praticato al di fuori della Chiesa”, cioè al di fuori del dominio di una autorità religiosa. Ora la medesima posizione veniva assunta dall’Organizzazione della Torre di Guardia riguardo a qualsiasi battesimo non praticato nell’ambito del proprio dominio.
Tornando alla 1955 La Torre di Guardia aveva dichiarato:
Il Cristiano non può esser battezzato nel nome di colui che lo immerge materialmente o nel nome di qualche uomo, o nel nome di qualche organizzazione, ma nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Questo dimostra, fra l’altro, che il Cristianesimo non è una questione settaria…3
Nei discorsi che precedevano la cerimonia battesimale, era comune che l’oratore ricordasse ai candidati che “non state simboleggiando la vostra dedicazione ad un’opera, o ad un’organizzazione, ma ad una persona — Geova Dio.”4 Qualcosa del genere fu affermato anche dalla Watchtower del 1/10/1966, p. 603:
Non ci siamo dedicati ad una religione, né ad un uomo, né ad una organizzazione. No, ci siamo dedicati al Supremo Sovrano dell’universo, al nostro Creatore, Geova Dio. Ciò rende la dedicazione una relazione molto personale tra noi e Geova…
Nel 1942, le due domande poste ai candidati al battesimo erano le seguenti:
(1) Credi in Geova Dio il Padre, e che «la salvezza appartiene a Geova», e che Cristo Gesù è suo Figlio nel sangue del quale sono stati condonati i tuoi peccati e mediante il quale ti deriva da Dio la salvezza?
(2) Hai perciò confessato a Dio i tuoi peccati e invocato la purificazione mediante Cristo Gesù, e quindi hai rinnegato il peccato ed il mondo, e ti sei consacrato senza riserve a Dio per fare la sua volontà?5
Queste domande erano, per contenuto, sostanzialmente simili alle espressioni di Pietro e di altri del periodo apostolico, allorché questi si rivolgevano alle persone dicendo: “Cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo.”6
Nel 1956 e (con pochissime variazioni secondarie) per molti anni successivi, le domande rivolte durante il rito battesimale dei Testimoni erano le seguenti:
(1) Avete riconosciuto dinanzi a Geova Dio d’esser peccatori che han bisogno di salvezza, e avete ravvisato che questa salvezza procede da lui, il Padre, per mezzo del Figlio Cristo Gesù?
(2) Sul fondamento di questa fede in Dio e nel suo provvedimento per la salvezza vi siete dedicati a Dio senza riserve per fare da ora in poi la sua volontà come egli ve la rivelerà mediante Cristo Gesù e mediante la Bibbia sotto la guida dello Spirito Santo?7
Senza alcuna riflessione biblica per giustificare qualsiasi importante variazione riguardo a queste fondamentali domande, a cui i singoli devono rispondere affermativamente per essere idonei al battesimo, La Torre di Guardia del 1/10/1985, p. 20, ora elencava le seguenti domande alle quali tutti i candidati dovevano rispondere:
La prima domanda è la seguente:
In base al sacrificio di Gesù Cristo, ti sei pentito dei tuoi peccati e ti sei dedicato a Geova per fare la Sua volontà?
La seconda è:
Comprendi che la tua dedicazione e il tuo battesimo ti identificano come testimone di Geova associato all’organizzazione diretta dallo spirito di Dio?
Avendo risposto sì a queste domande, i candidati hanno la giusta condizione di cuore per ricevere il battesimo cristiano.
La Torre di Guardia del 15/4/1987 (p. 12) fornisce questa insolita spiegazione del motivo del cambiamento: “Di recente le due domande rivolte ai candidati al battesimo sono state semplificate perché essi, nel rispondere, possano comprendere pienamente cosa comporta lo stringere un’intima relazione con Dio e con la sua organizzazione terrena”. Questa supposta “semplificazione” perseguiva un unico obbiettivo: essa richiedeva a ciascun candidato una dichiarazione di sottomissione e dipendenza ad una organizzazione terrena. Se leggiamo le Scritture cristiane, comprendiamo che l’elemento cruciale per considerare valido un battesimo era, in ogni caso, che coloro che facevano questo passo “credessero nel Signore Gesù” come Messia di Dio e loro Re dentore, capace di salvarli.8 Essi erano “battezzati in Cristo Gesù”9, ciò era abbastanza “semplice” da permettere a chiunque di comprenderlo in un giorno, anche in poche ore. Non c’è nulla di apostolico nella “tendenziosa” enunciazione dell’argomento fatta dall’Organizzazione della Torre di Guardia, perché gli apostoli non chiamarono in causa il concetto di una “organizzazione terrena” che, come è stato abbondantemente dimostrato, implica né più né meno una struttura autoritaria umana.
Cristo aveva insegnato ai suoi discepoli di battezzare le persone “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.10 La seconda domanda per il battesimo della Torre di Guardia in sostanza sostituisce lo Spirito santo di Dio con “l’organizzazione diretta dallo spirito di Dio”. Mentre lo Spirito riceve una simbolica menzione, ancora una volta siamo posti di fronte ad una situazione in cui l’Organizzazione si appropria di un ruolo divinamente assegnato. Evidentemente ciò comporta il concetto che il santo Spirito di Dio non opererà su una persona battezzata, a meno che questa non sia in contatto con l’Organizzazione della Torre di Guardia. Con ciò non si enfatizza il modo in cui l’individuo battezzato sarà d’ora in poi guidato dallo Spirito di Dio, invece si dà risalto alla “organizzazione diretta dallo spirito”. Sembra incredibile che La Torre di Guardia possa addirittura riferirsi a tutto ciò ritenendolo una “semplificazione” delle domande precedenti. Essa parla di una “intima relazione con Dio”, ma rende quest’espressione priva di significato perché infila l’Organizzazione terrena nella questione, trasformandola, non in una intima relazione con Dio, ma in un’intima relazione “con Dio e con la sua organizzazione terrena”. Laddove Gesù parlò solo di “Padre, Figlio e Spirito Santo”, l’Organizzazione presume di collocarsi in questa sacra descrizione come parte indispensabile per la sua efficacia. Ciò equivale al caso di un servitore il quale afferma che le persone possono avere contatti e relazioni con il suo padrone solo a patto che il servo stesso sia sempre presente, agendo da intermediario, portavoce, manager e centro di decisioni. Un’attitudine del genere potrebbe solo essere definita arrogante.
Per 19 secoli le persone sono state battezzate senza che il loro battesimo fosse preceduto da nessuna di queste enunciazioni. Per oltre un secolo diversi associati alla Torre di Guardia sono stati battezzati senza pronunciare queste parole. Forse costoro non intesero correttamente il significato del loro battesimo? Perché, dopo oltre cent’anni, si è resa necessaria questa “semplificazione” al fine di consentire alla gente una “piena comprensione” del significato del loro battesimo?
Ritengo che l’alterazione avvenuta nel 1985 indichi la preoccupazione di avere affiliati che riconoscano i vincoli formali con l’Organizzazione, un incarico affidato ad essa in qualità di autorità religiosa su loro, quindi un’implicita accettazione del suo governo su loro ed il suo diritto di costituire tribunali ecclesiastici per “mettere alla prova” chi venga sospettato di violazioni alle sue regole e direttive.
In anni recenti, un rilevante numero di persone si è semplicemente staccato dall’Organizzazione dei Testimoni senza fare alcuna comunicazione formale di dissociazione. Pur continuando a condurre una vita moralmente irreprensibile, se dopo l’abbandono costoro fanno o dicono qualcosa che manifesti mancanza di completo accordo con uno qualsiasi degli insegnamenti e delle direttive dell’Organizzazione, spesso essi vengono avvicinati dagli “anziani”, interrogati e, il più delle volte, convocati per una “udienza giudiziaria”. Alcuni hanno dichiarato di non aver avuto motivo di presentarsi ad una udienza del genere, di non considerarsi soggetti all’autorità ecclesiastica dell’Organizzazione. Altri hanno perfino incaricato un avvocato d’inviare una lettera al “corpo degli anziani” per esporre la loro posizione e chiedere di non essere assoggettati ad ulteriori indagini, interrogatori o convocazioni. In quasi tutti questi casi, il dipartimento legale della Società Torre di Guardia ha inviato alla persona (o al suo legale, se incaricato del caso) un voluminoso carteggio sotto forma di comunicazione legale, contenente molte prove del successo dell’Organizzazione in dispute giudiziarie relative al problema in oggetto; il carteggio cita pure numerose sentenze favorevoli al diritto dell’Organizzazione di agire come “governo” religioso e “tribunale ecclesiastico” nei confronti di persone battezzate dai Testimoni. In sostanza, si arriva al la conclusione che la persona coinvolta ha solo due alternative: o presenziare all’“udienza giudiziaria” o dissociarsi formalmente Per fare un esempio, il carteggio cita una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti la quale, tra l’altro, dice:
È fuori dubbio il diritto di organizzare su base volontaria associazioni religiose per sostenere l’espressione e la diffusione di qualsiasi dottrina religiosa, e di creare tribunali per decidere su questioni controverse di fede nell’ambito dell’associazione e per il governo ecclesiastico di tutti i singoli membri, congregazioni e funzionari all’interno dell’intera associazione. Coloro che si uniscono a tali strutture, lo fanno con un implicito assenso a questo governo, e sono vincolati a sottomettersi ad esso.
Il “diritto” menzionato è il diritto legale di un “governo ecclesiastico” ad agire nel modo descritto. Perciò, la comunicazione legale, inviata dall’ufficio legale della Società Torre di Guardia, evidenzia il fattore “legale” riassumendo il problema nei seguenti termini:
Traduzione
C. Relazione tra la Congregazione ed i suoi membri. È assiomatico che il fondamento del rapporto di una società religiosa con i propri membri è posto dai tribunali nell’accordo tra le parti e, in genere, si basa su una professione di fede, sull’adesione alla dottrina della società religiosa e sulla sottomissione al suo governo (76 CJ.S. 755, sez. 11). Quando una parte acconsente volontariamente di affiliarsi ad una congregazione, da ciò deriva che essa si sottopone alle norme e alle procedure vigenti nella stessa congregazione e non ne può ignorare l’esistenza. Tutti coloro che si associano ad una organizzazione religiosa su base volontaria, lo fanno con l’implicito consenso a questo governo e sono vincolati ad esso. State ex rel. Morrow v. Hill, 364 N.E. 2d 1156 (Ohio 1977), Watson v. Jones, 80 U.S. 679, 729 (1872), 13 Wallace 679.
Siccome i suoi clienti non si sono dissociati dalla congregazione, secondo la legge essi hanno dato implicito assenso al governo di essa, sottoponendosi alle norme e alle procedure vigenti, e sono legalmente vincolati a sottoporsi ad esse. Il governo teocratico della congregazione, al quale i suoi clienti si sono legalmente sottoposti, include specificamente il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, il suo ente legale, noto col nome di Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., e tutti i loro rappresentanti regolarmente nominati, inclusi gli anziani della congregazione con la quale essi si sono associati. Le norme e le procedure alle quali i suoi clienti si sono sottoposti, includono quelle relative alla disposizione del comitato giudiziario, già esposte dettagliatamente in precedenza.
Opponendosi ad essere indagati e “messi alla prova” dagli “anziani”, alcuni che avevano abbandonato i Testimoni, hanno evidenziato che prima del 1985, allorquando erano stati battezzati, essi ‘si erano dedicati a Dio e non ad un’organizzazione’. Le domande modificate, attualmente in uso, servono chiaramente per dire al candidato al battesimo che egli si sta per impegnare con una “dedicazione e battesimo” che lo “identifica come un Testimone di Geova associato al l’organizzazione diretta dallo spirito di Dio”. Ciò garantisce che egli si è esplicitamente privato di ogni diritto “legale” di dire che non è soggetto al governo e ai tribunali ecclesiastici dell’Organizzazione. Almeno per il dipartimento legale dell’Organizzazione ciò indubbiamente “semplifica” le cose. Considero una triste prova dell’interesse per l’autorità il fatto che un’Organizzazione possa utilizzare il sacro, personalissimo passo del battesimo come occasione per affermare la propria autorità sulla vita del battezzato.