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Il 20° anno di Artaserse e le settanta settimane di Daniele

La questione della cronologia del regno di Artaserse I e la sua presunta relazione con le 70 settimane di Daniele 9:24-27 richiederebbe un piccolo libro per rispondere, è ciò che avevo pianificato di scrivere, infatti, per qualche anno. Ho raccolto del materiale sul soggetto per alcuni anni e nel 1989 ho perfino scritto un abbozzo in svedese.

Tuttavia, altri progetti hanno impegnato il mio tempo da allora e non pretendo di poter riassumere il lavoro sulle 70 settimane nelle poche pagine che seguono. La discussione che segue è un esame degli argomenti addotti dalla Watch Tower Bible & Tract Society (WTS, d’ora in poi n.d.T.) in supporto all’idea che Artaserse I salì al trono nel 475 a.C., non nel 465 a.C., come è ritenuto dagli storici moderni.

Quello che segue è un breve sommario di quel trattato scritto in svedese.

1. Serse fu coreggente con suo padre Dario?

Vero è che la WTS si sforza di risolvere il problema creato dal prolungamento della durata del regno di Artaserse da 41 a 52 anni (avendo datato 475 invece di 465 a.C. il suo anno di accessione) abbreviando il regno del suo predecessore, Serse, (485-465) da 21 a 11 anni, argomentando che i primi 10 anni di governo di Serse furono di coreggenza con Dario.

Non c’è la più pallida evidenza in supporto a tale coreggenza. La discussione della WTS alle pagg. 568-574 [ed. ital.] del suo dizionario biblico Perspicacia per comprendere le Scritture, vol. 2 (1988) è una misera distorsione dell’evidenza storica. Così alla pag. 572 essa rivendica:

Ci sono validi motivi per credere che Serse e il padre Dario abbiano regnato insieme. Lo storico greco Erodoto (VII, 3) scrive: “Dario, che aveva riconosciuto giusto quanto [Serse] gli diceva [cioè di farlo re], designò re proprio lui. Secondo il mio parere, Serse sarebbe stato re anche senza questo consiglio”. Questo indica che Serse fu designato re durante il regno di suo padre Dario.

Se diamo uno sguardo al resoconto di Erodoto comunque, scopriamo che egli, pochissime frasi dopo, contraddice decisamente la pretesa della WTS che vi furono 10 anni do coreggenza di Serse con Dario asserendo che Dario morì dopo tale nomina di Serse come suo successore. Erodoto dice:

Dario nominò Serse re dei Persiani, e si accingeva alla spedizione. Ma dopo questi avvenimenti e la ribellione D’Egitto, durante i preparativi per l’ anno seguente, avvenne che Dario, dopo un regno durato complessivamente trentasei anni, venisse a morte, senza che egli riuscisse a vendicarsi né dell’Egitto ribelle né degli né degli Ateniesi. Morto Dario passò il regno al figlio Serse. (Erodoto, Storie – trad. di Piero Sgroj GTE Newton p.370).

Ciò che troviamo, quindi, è che Dario designò Serse come suo successore un anno (non 10!) prima che morisse. Inoltre, Erodoto, non dice che Dario designò Serse coreggente, ma suo successore (notare per esempio le parole usate nel passaggio citato dalla WTS nella traduzione di Aubrey de Sèlincourt, Penguin Book). Nel paragrafo precedente, Erodoto spiega questo comune avvicendarsi presso i re persiani di designare i loro successori al trono prima di andare in guerra, nel caso fossero uccisi in battaglia.

Questa consuetudine, egli dice, fu seguita da Dario. La WTS, quindi, cita Erodoto completamente fuori dal contesto eliminando la successiva frase che non sostiene la sua pretesa. Incredibilmente, essa presenta questa falsificazione col termine “solida evidenza” (trad. letterale dall’inglese di “solid evidence”– nell’ed. ital. c’è: “validi motivi”, n.d.T.)!

Altra “solida evidenza” presentata nel loro dizionario biblico in supporto alla coreggenza  è della stessa qualità, per esempio il bassorilievo trovato a Persepoli, il quale Herzfeld nel 1932 indicò essere una coreggenza di Serse con Dario (Perspicacia, 2 p.573). Questa idea, comunque, è stata destituita dagli eruditi moderni. Proprio il fatto che il principe con la corona è raffigurato in piedi dietro il trono mostra che egli non è re e coreggente, ma un successore designato.

In secondo luogo, nessun nome è stato trovato sul bassorilievo, e la conclusione che l’uomo sul trono sia Dario e il principe coronato sia Serse non è che una supposizione. J.M. Cook, nella sua opera sulla storia della Persia, arguisce che questo principe coronato sia Artobaranes, il figlio maggiore di Dario (Cook,L’impero Persiano, N.Y. 1983, p.75). Altri moderni eruditi, come A.B. Tilia e von Gall, hanno messo in discussione che il re  possa essere Dario, dicono che dev’essere Serse e che, pertanto, il principe è il figlio di Serse! (Cook, p. 242, ftn 24).

Quanto alle “evidenze delle fonti babilonesi” per la vantata coreggenza, la WTS riferisce del “Palazzo di Serse” che fu costruito in Babilonia nel 498-496 a.C. Nessuna evidenza però prova che tale palazzo fosse costruito “da Serse”. J.M. Cook si riferisce al resoconto di Erodoto che Serse fu designato al trono un anno prima della morte di Dario nel 486 a.C. e aggiunge:

“Se Erodoto è nel giusto in questo, la residenza costruita per il figlio del re di Babilonia nel primo 490 dev’essere inteso per Artobaranes” (Cook, pp. 74, 75).

Il palazzo, quindi, non prova nulla riguardo alla coreggenza di Serse con Dario.

L'”evidenza finale” per la pretesa coreggenza consiste in due tavolette d’argilla che sono state datate nell’anno di accessione di Serse. Secondo la WTS ambedue le tavolette sono datate diversi mesi prima dell’ultima tavoletta datata all’ultimo anno del regno di Dario (Perspicacia, 2, p. 573 – avvertenza del traduttore: alcune espressioni nella versione in inglese, dei testi citati, sono state rese in modo differente in quelle in italiano). Questa “sovrapposizione” dei due regni, si argomenta, indica una coreggenza.

Ma, o la WTS nasconde i fatti reali riguardo a queste due tavolette, oppure essa ha fatto una ricerca molto scadente sulla materia. La prima tavoletta, designata “A 124” da Thompson nel suo Catalogo del 1927, non è datata nell’anno di accessione di Serse (486-485), come indicato da Thompson. Si tratta di un errore di trascrizione compiuto dallo stesso Thompson. La tavoletta è attualmente datata 1° anno di Serse (485-484). Questo fu annotato nel lontano 1941 da Gorge G. Cameron in The American Journal of Semitic Language and Literature, vol. LVIII, p.320, ftn 33. Sicché, non c’è alcuna “sovrapposizione” dei regni.

La seconda tavoletta, “VAT 4397”, pubblicata come N° 634 da M. San Nicolo e A. Ungnad nella loro opera del 1934, fu da loro datata al 5° mese (“ab”). Si dovrebbe notare, comunque, che gli autori misero un punto interrogativo dopo il nome del mese. Il segno (che indica) il mese sulla tavoletta è danneggiato e potrebbe essere ricostruito in diversi modi. Nel recente lavoro di Parker e Dubberstein, Babilonian cronology, pubblicato nel 1956, dove la stessa tavoletta è designata “VAS VI 177”, gli autori apposero la nota: “il segno che sta per il mese è danneggiato”.

Potrebbe essere IX (9) ma molto probabilmente è XII (12)” (pag. 17). L’intuizione originale di Nicolo e Ungnad era tutto sommato giusta. Siccome Dario morì nel settimo mese, una tavoletta datata al 9° o 12° mese dell’anno di accessione del suo successore è del tutto normale. Non fu sovrapposizione fra i due regni.


2. La fuga di Temistocle

Molto è stato detto attraverso le pubblicazioni della WT della fuga di Temistocle in Persia. È un vecchio argomento, riesumato dal teologo gesuita Denis Petou (Petavius) e l’arcivescovo James Ussher nel diciassettesimo secolo. Fu presentato con dovizia di dettagli da E.W. Hengstenberg nella sua opera Cristologie des Alten Testaments, pubblicato a Berlino nel 1832. Secondo lo storico greco Teucide e Caronne di Lampedusa, Artaserse era il re col quale parlò Temistocle dopo il suo Arrivo in Persia. La WTS argomenta che Temistocle morì nel 471/70 a.C. circa. Perciò, Artaserse deve aver cominciato a regnare prima di tale data e non più tardi del 465 a.C.

(Perspicacia, 2 pag. 572). Queste argomentazioni hanno una consistenza aleatoria, non fosse altro perché la WTS esclude alcune informazioni molto importanti. Come prova della sua pretesa che Temistocle incontrò Artaserse dopo il suo arrivo in Persia, cita l’informazione di Plutarco che “Teucidite e Caronne di Lampedusa riferiscono che Serse era defunto e che fu suo figlio Artaserse colui col quale Temistocle ebbe il suo colloquio”. Ma trascura la seconda parte del racconto di Plutarco, il quale dice:

Ma Ephraus e Didone e Clitarchus e Hercleides ed altri ancora che aveva accanto (dicono) che era Serse colui al quale andò. A me pare che sia molto più in accordo con la data cronologica di Teucidite, quantunque queste non abbiano alcun significato sicuramente stabilito.

La WTS, quindi, nasconde che Plutarco andava dicendo che un numero di antichi storici hanno scritto di questo avvenimento e che per la maggior parte di loro Serse, non Artaserse, era sul trono quando Temistocle andò in Persia. Inoltre, Plutarco (c. 46-120 d.C.) sentiva che Teucidite fosse più affidabile, egli sottolineava che la data cronologica non aveva alcun significato certo. Un fatto che sembra solitamente ignorato è che Teucidite scrisse la sua storia della fuga di Temistocle qualche tempo dopo il 406 a.C., ossia due generazioni dopo l’evento. Egli si contraddice parecchie volte in questo racconto, il quale mostra che le sue informazioni sul soggetto non possono essere credibili. (Su questo vedi il Cambridge Ancient History, V 1992, p.14).

Ma anche se Temistocle avesse realmente incontrato Artaserse, non c’è niente che provi che questo avvenne nel -470. Non c’è alcuna evidenza di alcun genere a suffragio della pretesa che Temistocle sia morto nel -471/70 a.C. Nessuna delle fonti riferite dalla Società lo affermano e, alcune di esse, incluso Plutarco, mostrano chiaramente che egli morì molto più tardi, 459 a.C. circa (Vita di Plutarco, XXXI:2-5). Un tempo considerevole passò dopo il tentativo di diffamare Temistocle in Atene dalla magistratura di  Praxiergus (471-70) fino al suo colloquio con Artaserse (o Serse). Occorsero diversi tentativi prima che i nemici di Temistocle avessero successo e lo costringessero alla fuga, prima da Atene e infine dalla Grecia (Cambridge History – vol. 5 pp.62 ff- data questa fuga nel 569 a.C.). Egli fuggì prima presso degli amici in Asia Minore, dove stette qualche tempo.

La Società cita Diodoro Siculo in supporto alla data 471-70 per l’inizio della diffamazione di Temistocle, ma evita di menzionare il resoconto di Diodoro sull’arrivo di Temistocle in Asia Minore secondo il quale Serse era ancora sul trono di Persia! (Diodoro Siculo, XI:54-59). Questo, naturalmente, in conflitto col resoconto di Teucidite secondo il quale una lettera di Temistocle fu spedita dall’Asia Minore ad Artaserse.

Dopo qualche tempo, evidentemente dopo qualche anno in Asia Minore, Temistocle finalmente andò in Persia. Qui egli passò un anno a studiare la lingua prima del suo incontro col re: Questo incontro può essere avvenuto verso la fina del 465 a.C. o all’inizio del 464 a.C. Storici come A.T. Olmsteadt argomentano che Serse può benissimo essere stato sul trono quando Temistocle arrivò in Persia, ma può essere morto poco dopo, in modo che Temistocle, dopo un anno impiegato a studiare la lingua, incontrò Artaserse. In questo modo i conflitti tra i resoconti degli storici antichi possono essere infine parzialmente armonizzati.

Dopo il suo incontro col re persiano, Temistocle si stabilì nella città di Magnesia, dove visse alcuni anni prima di morire (Vita di Plutarco, XXXI:2-5). Perciò, è del tutto impossibile datare il suo anno di morte nel 471-70 a.C., come la WTS ha fatto.

3. Le tavolette datate anno “50” e “51” di Artaserse

A sostegno della pretesa che il regno di Artaserse durò 51 anni invece di 41, la WTS riferisce infine di due tavolette datate al suo “50°” anno e  “51°” anno, rispettivamente. La prima tavoletta designata BM 65494 nelCatalogo pubblicato da Licthy e Gryson nel 1987 non è stata ancora tradotta e pubblicata. La seconda tavoletta, “CBM 12803”, da parte sua, fu pubblicata già nel 1908 da Albert T. Clay come N° 127 in The Babylonian Expedition of the University of Pensilvania, Series A: Cuneiform Texts, vol. VIII. Tutti gli esperti sono d’accordo che entrambe queste tavolette cuneiformi contengono errori di scrittura.

Come la WTS nota, la tavoletta pubblicata da Clay riporta due date: “51° anno, anno di accessione, 12° mese, 20° giorno di Dario, re delle terre” (Perspicacia, 2 p. 574). Il testo sembra, quindi, identificare il 51° anno (di Artaserse) con l’anno di accessione di Dario II.

Ma, ancora una volta, la WTS non dice tutta la verità. La ragione è che la completa verità modifica completamente il quadro. Abbiamo parecchie tavolette datate alla fine del regno di Artaserse, grazie alla scoperta di un archivio della ditta Murashu. Il numero delle tavolette datate al termine del regno di Artaserse e all’inizio del suo successore, Dario II, come mostrato dal grafico, che fu pubblicato da M.W. Stalper nel 1985 (Entrepreneurs and Empire, p. 108).

L’ archivio include 48 testi del 41° anno di Artaserse datati al 1° anno di Dario II. Come dimostrato dagli antichi storici greci, il mese seguente la morte di Artaserse fu un periodo caotico. Evidentemente egli morì verso la fine del suo 40° anno. Suo figlio e successore Serse II fu ucciso da suo fratello Sodiano soltanto dopo poche settimane di regno. L’usurpatore Sodiano quindi conservò il trono per 7 mesi, dopo i quali fu soppresso da Dario II nel febbraio del 423 a.C. Ma, dato che Sodiano non fu riconosciuto come legittimo re, gli scribi continuarono a datare i loro testi come riferiti al regno di Artaserse. In questo modo il regno di Artaserse fu artificiosamente esteso al 41° anno (alcuni testi datano perfino 42° anno).

Non si iniziò a datare i testi in riferimento al regno di Dario se non dal 11° mese. Ma per evitare di fare confusione, gli scribi apposero due date sui testi, menzionando ugualmente il 41° anno (di Artaserse) e l’anno di accessione di Dario II. Per loro era importante tenere il computo cronologico dei regni, dato che questo era il loro calendario e l’epoca alla quale datavano i diversi eventi, politici, economici, astronomici e così via.

Un numero di tali testi con la doppia data del 11° e 12° mese dell’anno di accessione di Dario II sono stati riportati alla luce da F. X. Kugler, alla pag. 396 del suo Sterndienst in Babel, II Buch Teil, Helt 2 Munster 1924), quattro di essi presentano l’informazione cronologica nel modo che segue:

  1. Nippur, giorno 14 del mese 12, 41° anno, anno di accessione di Dario, re delle terre.
  2. Nippur, giorno 17 del mese 12, anno di accessione di Dario, re delle terre. La prima riga del testo contiene l’informazione “fino alla fine di Adar [12° mese] dell’anno 41, anno di accessione di Dario, re delle terre”.
  3. Nippur, giorno 20 del mese 12, 41° anno di accessione di Dario, re delle terre.
  4. (Nippur), 41° anno, anno di accessione di Dario, re delle terre.

Tutti questi testi mostrano concordemente che Dario II salì al trono nel 41° anno del suo predecessore. Essi mostrano chiaramente che Artaserse non poté governare per più di 41 anni. Il testo pubblicato da Clay nel 1908, messo in particolare rilievo dalla WTS, fa parte della stessa categoria dei testi doppiodatati come quelli citati sopra, con l’unica differenza che danno al predecessore di Dario un regno di 51 anni invece di 41.

È abbastanza chiaro che il numero “51” su questa tavoletta contiene un errore di scrittura. È la sola ragionevole conclusione da prospettare, dato che la sola alternativa è quella di pretendere che il “41” riportato dalle altre tavolette sia un errore. È difficile credere che gli scrittori della WTS non sappiano dell’ esistenza di parecchie tavolette con doppia data con l’anno di accessione di Dario. Citare soltanto quelle con errori di scrittura (“50°” e “51°” anno) e mantenere il silenzio sulle altre che identificano l’anno di accessione di Dario col 41° anno del predecessore è lontano dall’essere onesti nei confronti dei lettori.

Albert T. Clay, che ha pubblicato la tavoletta contenente l’erroneo “51°” era del tutto cosciente dell’errore di scrittura, come ha mostrato nel suo commento: “Tale errore era facile da commettere, dato che la differenza tra “41” e  “51” in cuneiforme è soltanto un piccolo cuneo – un tocco con lo stiletto- Tali errori non erano inusuali. Il testo col segno “50” invece di “40” è solo un altro esempio dello stesso tipo di errore.”

Il regno di Artaserse fissato astronomicamente

L’evidenza decisiva per la lunghezza del regno di Artaserse si fonda sulle informazioni astronomiche di tavolette datate al suo tempo. Uno di tali testi è il “diario” astronomico “VAT 5047”, chiaramente datato 11° anno di Artaserse. Sebbene danneggiato, il testo preserva informazioni riguardanti due posizioni lunari in relazione a pianeti e alle posizioni di Mercurio, Venere e Saturno.

Questa informazione basta a identificare la data del testo con il 454 a.C. Dato che questo fu l’11° anno di Artaserse, l’anno precedente, il 455 a.C. non può essere stato il suo 20° anno come la WTS pretende, ma il suo 10° anno. Il suo 20° anno deve per forza essere il 445/44 a.C. (vedi Sachs/Unger, Astronomical Diaries and Related Texts from Babilonia, vol. 1, Wien 1988, pp.56-59).

Vi sono anche alcune tavolette datate al 21° e ultimo anno di Serse. Una di esse, BM 32234, che è datata 14° o 18° giorno del 5° mese del 21° anno di Serse, appartiene allo stesso gruppo di testi astronomici denominati “testi dei 18 anni” o “testi di Saros”. Le informazioni astronomiche preservate su queste tavolette sono riferite all’anno 465 a.C. I testi includono le seguenti interessanti informazioni: “Mese V 14 (+X) Serse ucciso da suo figlio“. Questo testo da solo, non solo mostra che Serse governò per 21 anni, ma anche che il suo ultimo anno fu il 465 a.C., non il 475 a.C., come la Società sostiene!

Vi sono diversi “testi di Saros” di questo tipo che coprono il regno di Serse e Artaserse. In diverse dettagliate e datate descrizioni di eclissi lunari dei differenti anni di regno, esse stabiliscono la cronologia di questo periodo come una cronologia assoluta.

Due altre tavolette astronomiche del regno di Serse e Artaserse, BM 45674 e BM 32299, contengono osservazioni datate del pianeta Venere. Di nuovo, queste osservazioni stabiliscono la cronologia di questo periodo come una cronologia assoluta. Abbiamo così numerose osservazioni astronomiche datate di differenti parti dei regni di Serse e Artaserse preservate su tavolette cuneiformi. In parecchi casi, solo una o due di queste osservazioni sarebbero sufficienti a stabilire l’inizio e la fine del loro regno. Il numero totale di osservazioni astronomiche datate del loro regno, comunque, supera le 40. È perciò impossibile modificare i loro regni perfino di un anno. Il 455 a.C. come 20° anno di Artaserse datato dalla Società è palesemente sbagliato.

Le settanta settimane di Daniele

Un certo numero di spiegazioni delle 70 settimane di Daniele sono state date nel corso dei secoli. Alcune di loro, compresa quella della Società Torre di Guardia, devono essere scartate senza esitazioni, dato che mostrano di essere in diretto conflitto con le date storicamente stabilite. Non hanno niente a che vedere con la realtà.

Se il ventesimo anno di Artsaserse era il 445/44 anziché il 455, è ancora possibile partire da quell’anno, a condizione che usiamo “un anno profetico” di 360 giorni anziché l’anno solare di 365,2422 giorni. Ciò è stato dimostrato dal sir Robert Anderson in suo libro La venuta del Principe (1895, prima edizione). La sua spiegazione è stata recentemente migliorata da H. W. Hoehner nel suo libro Aspetti cronologici della vita di Cristo (1977), pagine 135 e seguenti. Questi autori mostrano i 476 anni dal ventesimo anno di Artaserse, 445/44 a.C., alla morte di Cristo (se datata al 33 A.D.) corrispondono a 483 anni di 360 giorni (476×365,2422 = 173.855 giorni; e se questo numero è diviso per 360 otteniamo 483 anni). Questo è solo un esempio di una spiegazione che presenta almeno il vantaggio di partire da una data accertata storicamente.


(Traduzione di Franco Miglionico)

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